Che si tratti di un un antifurto o un citofono o genericamente un impianto elettrico, nessuno è più disposto ad affrontare un rischioso “fai da te”. Complice l’innovazione tecnologica e le nuove connessioni tra sistemi, una formazione specifica per poter “maneggiare” abilmente l’attività di installazione, non è solo vivamente consigliata, ma assolutamente indispensabile.
Se una volta, infatti, il mestiere dell’elettricista istallatore si imparava sul campo, apprendendo da figure più esperte le nozioni di base del mestiere, oggi una tale strada non è più percorribile.
Chi installa una qualsiasi tecnologia, infatti, è tenuto oramai a ragionare in termini, non di singolo prodotto, ma di sistema. Il tema delle connessioni, del dialogo tra tecnologie, dell’integrazione tra le soluzioni, richiede agli installatori un elevato grado di competenza e professionalità.
La formazione comincia sui banchi di scuola
Alla base di una carriera da installatore (o istallatrice!) vi è quindi una solida formazione che comincia dalla scelta di un percorso scolastico superiore con focus sulla matematica, la fisica e le scienze, materie indispensabili per apprendere i principi elettrici e analizzare i circuiti.
Durante gli anni della scuola superiore le ragazze e i ragazzi apprendono fondamenti teorici, applicano principi e sviluppano competenze trasversali indispensabili per esercitare al meglio la professione (disegno tecnico, informatica, norme antinfortunistiche…). Competenze trasversali stimolate anche grazie ai programmi di formazione e lavoro che sono la prima occasione di incontro con le aziende del settore.
Una volta conseguito un diploma di scuola superiore le ipotesi sono due: corsi professionali o periodi di apprendistato. Entrambe le scelte sono valide e permettono di creare un bagaglio di conoscenze cha va dai fondamenti dell’elettricità alla sicurezza sul lavoro, dalla lettura dei diagrammi all’uso delle attrezzature, fino alla competenza in merito agli standard di conformità.

Sulla carta tutto bene. A volte però il percorso che porta i ragazzi dalla scuola al lavoro rischia di eccedere nella teoria e non essere allineato alle esigenze concrete del lavoro pratico. Cosa ancor più evidente in un periodo come quello attuale in cui l’innovazione tecnologia richiede competenze sempre più elevate e capacità di adattamento a nuovi approcci e soluzioni.
Un nuovo percorso: ITS Academy
Proprio per ovviare a tale criticità, dall’anno scolastico 2024/2025 è stato introdotto in Italia in oltre 120 scuole un percorso formativo definito di “filiera” che ha lo scopo dichiarato di legare la formazione in maniera lineare alle esigenze del lavoro. Si tratta di un modello definito 4+2, che permette agli studenti, al temine di un percorso scolastico (tecnico o professionale) di quadriennale, di accedere ai corsi degli ITS Academy (Istituti Tecnici Superiori che offrono una formazione tecnica di alto livello per entrare subito nel mondo del lavoro).
La spinta a questa innovazione formativa va rintracciata in alcuni numeri capaci di fotografare la situazione critica che affronta oggi il mondo del lavoro in Italia.
Se, come riporta l’Istat, in media il tasso di posti vacanti a registrati a fine 2023 era del 2,4%, va sottolineato che il 75% delle offerte di lavoro è composto da mansioni di tipo tecnico o pratico. Cui si aggiunge una nota allarmante: alcune professioni tradizionali sono ormai in via di “estinzione”: mancano carpentieri, autisti per i mezzi pubblici e soprattutto elettricisti. Le cause possono essere molteplici, ma il dato è evidente: vi è un calo costante dei lavoratori che svolgono professioni altamente specializzate di tipo manuale.
Che genere di lavoro?
Tra le tante cause che possono spiegare la scomparsa di figure professionali di tipo tecnico, vi è certamente la difficoltà di fare, già a 14 anni, scelte formative professionalizzanti.
I dati relativi alle iscrizioni per l’anno 2024/25 ce lo confermano, con i Licei che continuano a essere preferiti da oltre la metà delle studentesse e degli studenti che devono effettuare la scelta della Secondaria di II grado (55,63%), mentre le iscrizioni agli Istituti Tecnici e Professionali, pur minoritarie, mostrano un trend in crescita: i primi rilevano il 31,66% (contro il 30,9% dello scorso anno) e i secondi il 12,72% (contro il 12,1 % dello scorso anno) delle iscrizioni.
A guardare inoltre gli ultimi dati disponibili sulla distribuzione di genere (biennio 2021/2022) scopriamo una netta prevalenza maschile presso gli istituti tecnici (85 mila iscritti contro 19 mila iscritte) e i professionali (43 mila ragazzi e 31 mila ragazze).
E in fondo i numeri non ci dicono nulla che già non sappiamo, ovvero che una donna elettricista o installatrice è a oggi, in Italia, un’assoluta rarità. Articoli di colore nella cronaca locale.
Perché questo cambi, anche le aziende possono fare molto.

Possono collaborare con le scuole offrendo progetti PCTO che danno la possibilità a ragazze e ragazzi di misurare la propria preparazione tecnica e le attitudini pratiche. Le imprese possono colmare il divario tra teoria e pratica, contribuendo a formare i professionisti del futuro. Questo investimento nel talento giovanile arricchisce sia i ragazzi che le aziende stesse.