Ci sono poche occasioni in cui chi ha implementato un impianto di sicurezza se ne ricorda: quando lo fa installare, nelle occasioni in cui lo dota di nuove funzioni o componenti e, soprattutto, quando il sistema funziona bene, bloccando una intrusione o segnalando un evento imprevisto. A parte questi frangenti, buona parte degli utenti sostanzialmente si dimentica del proprio impianto.
È un atteggiamento molto comune. In realtà, però, è buona norma sincerarsi regolarmente del buono stato di salute del proprio impianto di sicurezza. Il tema è quello della manutenzione preventiva, attraverso la quale sia l’installatore sia l’utente finale possono dormire sonni tranquilli sapendo che l’impianto, quando necessario, funzionerà come previsto. In sostanza, è preferibile dedicare periodicamente del tempo all’ispezione dell’impianto e, se necessario, ottimizzarne le prestazioni, piuttosto che dover affrontare guasti del sistema in situazioni di emergenza.

La manutenzione preventiva è un concetto ampiamente affermato nel mondo industriale, ma lo è molto meno in quello dei generici “servizi” a cui fa capo anche, nella visione degli utenti, la gestione della sicurezza fisica. Se implementato correttamente, invece, un piano di manutenzione preventiva per un impianto di sicurezza porta vantaggi sia all’utente sia all’installatore. Il primo ha la certezza di essere adeguatamente protetto dal sistema che ha scelto, il secondo ha la possibilità di fidelizzare meglio i suoi clienti e anche, volendo e potendo, di generare entrate meno occasionali.
Da questo punto di vista va considerato anche il tema dell’efficienza e del costo degli interventi di riparazione. L’obiettivo generale della manutenzione preventiva è individuare prima piccoli problemi che, se affrontati per tempo, non si trasformeranno in problemi più gravi e complessi. Un impianto i cui componenti sono manutenuti regolarmente è un impianto “stabile” e che difficilmente presenterà guasti importanti, i quali richiederebbero certamente più tempo e più denaro, all’utente come all’installatore, per essere gestiti.
Come si definisce un piano di manutenzione preventiva
Per la definizione di un corretto piano di manutenzione preventiva esistono diverse regole generali che l’utente e/o l’installatore possono seguire, ma è soprattutto importante tenere presente che le operazioni effettivamente da svolgere e la loro frequenza dipendono dalle caratteristiche del singolo impianto e dai requisiti che deve soddisfare il suo funzionamento.

A partire dall’elenco dei componenti dell’impianto di sicurezza, è necessario definire una checklist di quali controlli dovrebbero essere eseguiti su ciascuno di essi e ogni quanto tempo, per essere ragionevolmente sicuri di individuare piccoli malfunzionamenti o danni fisici minimi prima che questi si traducano in un guasto di sistema. La logica è quella della gestione del rischio: i controlli più frequenti devono riguardare da un lato i componenti più a rischio di guasto o di usura, dall’altro quelli il cui malfunzionamento ha impatti più rilevanti sulla sicurezza complessiva dell’ambiente protetto.
Esempi di verifiche sugli impianti.
Qualche esempio, assolutamente non esaustivo, delle verifiche che si possono compiere? La pulizia dei componenti del sistema di sicurezza, l’allineamento dei sensori applicati a porte e finestre, l’usura dei cavi di alimentazione e connessione, la solidità di eventuali staffe di montaggio, i generici danni fisici ai prodotti e ai loro case, il corretto funzionamento di ogni tipo di rilevatore. E via dicendo.

Oggi una parte importante della manutenzione preventiva riguarda poi le componenti software. È importante verificare che il firmware delle centraline di controllo e delle altre parti del sistema sia sempre correttamente aggiornato. Lo stesso ragionamento vale per le ormai immancabili app mobili per la gestione degli impianti, specie domestici, e per eventuali software di gestione professionali da PC.
E attenzione: non basta che ogni singolo componente sia, o appaia, in buona salute: un elemento chiave della manutenzione preventiva, non a caso imposto per legge in alcuni ambiti, è la verifica che il sistema di sicurezza nel suo complesso funzioni correttamente. Per questo, quando è possibile, e comunque a intervalli regolari, il sistema va testato “in toto” simulando tentativi di intrusione e condizioni di emergenza.
Infine, va ricordato che la manutenzione preventiva punta di certo a garantire il buon funzionamento del sistema, ma può – e dovrebbe – andare anche oltre questo obiettivo minimo. Un controllo periodico, infatti, è anche il momento giusto per capire, utente e installatore insieme, come il sistema di sicurezza può essere ottimizzato, migliorato ed esteso, tanto per sfruttare la costante evoluzione dei prodotti quanto per recepire il prima possibile nuove esigenze che l’utente può aver iniziato a sentire.